Un genio torturato

Vincent Van Gogh è uno dei più famosi pittori olandesi, famoso tanto per i suoi dipinti quanto per la sua tragica storia e il cui talento è stato riconosciuto solo moderatamente durante la sua vita. Il suo stile unico si ispira all’impressionismo di Monet, Degas o Hiroshige ma annuncia anche il fauvismo o l’espressionismo. Proveniente da una famiglia borghese, cerca di diventare un mercante d’arte ma non riesce a vedere l’arte come una merce. Tentò anche di diventare pastore e fu solo nel 1880, solo dieci anni prima della sua morte, che divenne pittore e lasciò l’Olanda per stabilirsi nel sud della Francia, poi ad Auvers-sur-Oise, città degli artisti. Sebbene il suo stile sia cambiato molto, i suoi dipinti sono facilmente riconoscibili per le sue lunghe linee e i suoi motivi vorticosi. Ha rappresentato molto la natura ma anche i ritratti, in particolare diversi autoritratti con occhi infestati. Se le circostanze della sua morte rimangono poco chiare, molte teorie suggeriscono che sia stata la sua instabilità mentale (schizofrenia, crisi psicotica o altro?) Che lo ha spinto a spararsi due volte all’addome per suicidarsi.

Un artista al lavoro

Vincent Van Gogh è rappresentato qui mentre dipinge come lo abbiamo visto in autoritratti o dipinti di lui realizzati da altri artisti che hanno condiviso una residenza artistica. Indossa pantaloni marroni e un cappotto da lavoro blu. In una mano tiene una tavolozza di legno con diversi colori su di essa e nell’altra un pennello. Infine, a livello della testa, troviamo la sua famosa barba rossa e il cappello di paglia che abbiamo potuto vedere indossare in molti dei suoi autoritratti realizzati durante la sua residenza nel sud della Francia.